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Diamanti grezzi (Uncut Gems): recensione del film con Adam Sandler
Dopo i loro precedenti lavori Heaven Knows What e Good Time, i fratelli Josh e Benny Safdie tornano a raccontare il caos e la malavita newyorkesi con Diamanti grezzi (Uncut Gems il titolo originale), approdato il 31 gennaio su Netflix dopo aver raccolto consensi e premi negli Stati Uniti. Un’opera che ha guadagnato l’interesse del pubblico e dei media non soltanto per la sua qualità, ma anche e soprattutto per la performance del protagonista Adam Sandler, che si allontana temporaneamente dalle commedie demenziali per un ruolo complesso e ricco di sfaccettature, con il quale si conferma (nel caso in cui qualcuno si fosse scordato di Ubriaco d’amore e Reign Over Me) attore vero e completo.
Accanto a lui, ottimi interpreti di supporto come Eric Bogosian, Judd Hirsch e Lakeith Stanfield, nonché i sorprendenti Idina Menzel e Kevin Garnett (nei panni di se stesso), che a loro volta con delle maiuscole prove attoriali vincono il pregiudizio che li vorrebbe incasellare rispettivamente come cantante e icona sportiva.
Diamanti grezzi: caos e autodistruzione

Adam Sandler interpreta il gioielliere newyorkese Howard Ratner, che in concomitanza con i playoff NBA del 2012 trova l’occasione che potrebbe cambiare la sua vita, fatta di debiti, allibratori e instabilità affettiva: un rarissimo opale nero proveniente dall’Etiopia, dal valore di mercato di circa un milione di dollari. Le cose sembrano mettersi bene quando al gioiello si interessa il celeberrimo cestista NBA Kevin Garnett, che anche grazie all’influsso benefico dell’opale realizza una prestazione sontuosa nelle semifinali di conference fra i suoi Boston Celtics e i Philadelphia 76ers. La predisposizione al caos e all’autodistruzione di Howard non tarda però a manifestarsi nuovamente.
Come spesso succede, il senso di Diamanti grezzi in fondo sta tutto in due movimenti di macchina. Con due trip sensoriali, che sembrano quasi richiamare quello celeberrimo di Stanley Kubrick nel suo capolavoro 2001: Odissea nello spazio, entriamo e usciamo dal corpo e dalla vita di Howard, allontanandoci e ritornando in quell’universo che secondo la leggenda è contenuto nell’opale che costituisce un vero e proprio MacGuffin del racconto. Proprio come le gemme grezze che danno il titolo all’opera, la vita di Howard è un oggetto prezioso e allo stesso tempo rozzo, che trasforma continuamente la propria immagine, e di conseguenza le sensazioni che ci trasmette, in base all’angolazione da cui la guardiamo. Un’esistenza prismatica, costantemente in bilico fra la voglia di trovare la serenità e l’ineludibile tentazione di rovinare tutto, alla ricerca dell’ennesima sfida impossibile, di un ultimo folle eccesso.
Diamanti grezzi: un noir urbano alla Martin Scorsese
La caotica vita di Howard, fatta di amori fugaci, ripensamenti, risse verbali e fisiche con malviventi di varia risma, adrenalina e delusioni, trova la sua perfetta rappresentazione nella regia dei fratelli Safdie, che stordiscono lo spettatore con un vortice di urla, dialoghi spezzati e improvvise esplosioni di violenza, stando continuamente addosso al protagonista e alla sua esistenza frastagliata, in continuo divenire ma in fondo sempre ferma al punto di partenza. Dal primo all’ultimo minuto siamo scossi da un suono chiassoso e da una fotografia ruvida, che accompagnano l’infinita serie di scelte sbagliate del protagonista e che riflettono l’atmosfera torbida e caotica della Midtown di New York, vera e propria musa ispiratrice dei fratelli Safdie.
Non stupisce che fra i produttori esecutivi di Diamanti grezzi figuri anche il nome del cantore per eccellenza della malavita newyorkese, Martin Scorsese. Anche se ci troviamo nei primi anni ’10 di questo secolo, si respira infatti il sapore del cinema americano della fine anni ’70, con la sua miscela di thriller, noir urbano e gangster movie e con la voglia di affrontare tematiche come la solitudine, l’alienazione e l’eccesso. Da profondi conoscitori della storia del cinema e della Grande Mela, i Safdie fanno tesoro di questa lezione per elaborare un prodotto fortemente personale, che parte dal particolare, cioè un mediocre gioielliere al perenne inseguimento di un posto al sole, per tratteggiare una parabola universale sulle occasioni mancate. Una grottesca e autolesionista danza sull’orlo del baratro, che tocca vette di toccante umanità e di assoluta disperazione.
Una folle corsa verso l’abisso
Diamanti grezzi si rivela una sfrenata e assurda corsa verso l’abisso, sostenuta da un comparto tecnico di altissimo livello, dalle convincenti prove degli interpreti e da una struttura narrativa che fa della ridondanza di temi, vicende e contenuti il punto di partenza per una riflessione sull’insensatezza della vita di Howard, che non è poi così diversa dalla grottesca illogicità che viviamo giorno per giorno. Ripetere gli stessi errori, fidarsi delle persone sbagliate, essere traditi dalle persone più vicine e soffocare alla ricerca di un salto di qualità che non arriva mai. Questo è l’universo dei Safdie, che come una gemma preziosa si schiude davanti ai nostri occhi in tutta la sua spiazzante bellezza.
Diamanti grezzi è disponibile su Netflix.
Overall
Verdetto
I fratelli Safdie continuano la loro analisi del tessuto malavitoso newyorkese, centrando, grazie anche all’ottima prova di Adam Sandler, una spiazzante riflessione sul caos che governa la nostra esistenza.
Focus
Netflix: tutte le nuove uscite che vedremo a febbraio 2022

Anche a febbraio, Netflix ha in serbo tante novità per i propri abbonati, a cominciare dal ritorno di due serie particolarmente amate come Disincanto e Space Force. Non mancano i film originali, come Dalla mia finestra, Il mese degli dei e Amore e guinzagli. Spazio come sempre anche a documentari e reality show, come Il truffatore di Tinder e L’amore è cieco. Di seguito, l’elenco completo di quello che vedremo il prossimo mese su Netflix.
Cosa vedremo su Netflix a febbraio 2022
1 febbraio
- Dion (serie originale, stagione 2)
- Finding Ola (serie originale, stagione 1)
- John Wick (film non originale)
- Riverdale (serie non originale, stagione 5)
- Conan il ragazzo del futuro (serie non originale, stagione 1)
2 febbraio
- Oscuro desiderio (serie originale, stagione 2)
- Me Contro Te – Il Film – La Vendetta del Sig. S (film non originale)
- Il truffatore di Tinder (documentario originale)
3 febbraio
- Murderville (serie originale, stagione 1)
4 febbraio
- Dalla mia finestra (film originale)
- Il colore delle magnolie (serie originale, stagione 2)
6 febbraio
- Brooklyn 99 (serie non originale, stagione 7)
8 febbraio
- Il mese degli dei (film originale)
- Ms. Pat: Y’All Wanna Hear Something Crazy? (stand-up comedy originale)
- L’amore è cieco: Giappone (reality show originale)
9 febbraio
- Disincanto (serie originale, stagione 4)
- Idee da vendere (reality show originale, stagione 1)
11 febbraio
- Amore e guinzagli (film originale)
- Tallgirl 2 (film originale)
- Bigbug (film originale)
- Jeen-Yuhs: A Kanye Trilogy (film originale)
- Love Tactics (film originale)
- Inventing Anna (serie originale, stagione 1)
- Toy Boy (serie originale, stagione 2)
- L’amore è cieco (reality show originale, stagione 2)
14 febbraio
- Fedeltà (serie originale, stagione 1)
16 febbraio
- Secrets of Summer (Cielo Grande) (serie originale, stagione 1)
17 febbraio
- Perdonaci i nostri peccati (film originale)
- Erax (film originale)
- Heart Shot – Dritto al cuore (film originale)
- Il giovane Wallander (serie originale, stagione 2)
- Al passo con i Kardashians (reality show non originale, stagione 17)
18 febbraio
- Non aprite quella porta (film originale)
- La serie di Cuphead! (serie originale, stagione 1)
- Space Force (serie originale, stagione 2)
- Uno di noi sta mentendo (serie originale, stagione 1)
- Downfall: Il caso Boeing (documentario originale)
19 febbraio
- Venom (film non originale)
- Non mi uccidere (film non originale)
22 febbraio
- Bubba Wallace: in gara contro ogni limite (serie originale, stagione 1)
25 febbraio
- Vikings: Valhalla (serie originale, stagione 1)
- La giudice (serie originale, stagione 1)
- Madea: Il ritorno (film non originale)
Focus
Netflix: tutte le nuove uscite che vedremo a gennaio 2022

Netflix inaugura il 2022 con il ritorno di tre serie particolarmente amate dal pubblico, cioè Ozark (quarta stagione), After Life e Snowpiercer (entrambe al terzo ciclo di episodi). Fra i reality, spazio alla terza stagione di Too Hot to Handle, mentre fra i film originali in arrivo sulla piattaforma spicca il dramma storico Monaco: sull’orlo della guerra. Di seguito, l’elenco completo di quello che vedremo a gennaio su Netflix.
Tutto ciò che vedremo a gennaio 2022 su Netflix
1 gennaio
- Incastrati (serie originale, stagione 1)
- Manifest (serie non originale, stagioni 1-3)
- The Big Bang Theory (serie non originale, stagione 12)
- The Good Doctor (serie non originale, stagione 4)
- Sicario (film non originale)
- Operazione amore (serie non originale, stagione 3)
- Superstore (serie non originale, stagione 6)
- Nessuno come noi (film non originale)
- Love etc. (film non originale)
- Passengers – Mistero ad alta quota (film non originale)
- Percy (film non originale)
- The Reader – A voce alta (film non originale)
- Orders to Kill (film non originale)
- Restless Natives (film non originale)
- The Conquest of Everest (film non originale)
- The Cruel Sea (film non originale)
- Le Diable Par La Queue (film non originale)
- Convoy (film non originale)
- Intruder (film non originale)
- The Iron Maiden (film non originale)
- Così come sei (film non originale)
- Amici come prima (film non originale)
- Se son rose… (film non originale)
- S.W.A.T.: Sotto assedio (film non originale)
- Ti presento Sofia (film non originale)
- 12 Soldier (film non originale)
2 gennaio
- For Life (serie non originale, stagione 1)
3 gennaio
- Bad Boys for Life (film non originale)
4 gennaio
- Action Pack – Squadra in azione (serie animata originale, stagione 1)
5 gennaio
- Doctor Sleep (film non originale)
- Rebelde (serie originale, stagione 1)
- 4 Metà (film originale)
- Motherless Brooklyn – I segreti di una città (film non originale)
6 gennaio
- The Club (serie originale, stagione 1 parte 2)
- El Paramo – terrore invisibile (film originale)
- Uncle Drew (film non originale)
7 gennaio
- Mother/Android (film originale)
- Una festa esagerata (film non originale)
- Puoi baciare lo sposo (film non originale)
- Classe Z (film non originale)
- Hype House (serie non originale, stagione 1)
10 gennaio
- Undercover (serie originale, stagione 3)
- I magnifici sette (film non originale)
11 gennaio
- L’origine du monde (film originale)
12 gennaio
- How I Fell in Love With a Gangster (film originale)
13 gennaio
- The Journalist (serie originale, stagione 1)
- Brazen (film originale)
- Photocopier (film originale)
14 gennaio
- After Life (serie originale, stagione 3)
- Archive 81 – Universi alternativi (serie originale, stagione 1)
- The House (serie animata originale, stagione 1)
- Riverdance – L’avventura animata (film originale)
- El comediante (film originale)
18 gennaio
- DOTA: Dragon’s Blood: Book (serie anime originale, stagione 2)
19 gennaio
- Too Hot to Handle (reality originale, stagione 3)
- Viaggi prelibati: Messico (docuserie originale, stagione 1)
20 gennaio
- Il trattamento reale (film originale)
- Midnight Asia: Mangia · Balla · Sogna (docuserie originale, stagione 1)
21 gennaio
- Ozark (serie originale, stagione 4)
- Monaco: sull’orlo della guerra (film originale)
25 gennaio
- Snowpiercer (serie originale, stagione 3)
- Neymar – Il caso perfetto (miniserie originale)
27 gennaio
- Soy Georgina (serie originale, stagione 1)
28 gennaio
- Getting Curious with Jonathan Van Ness (serie originale, stagione 1)
- La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra (serie originale, stagione 1)
Netflix
Don’t Look Up: recensione del film con Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence

Il cinema di Adam McKay è incentrato sui mediocri. Dei mediocri che a volte diventano pretesti per racconti demenziali, come il suo esordio Anchorman – La leggenda di Ron Burgundy e le successive collaborazioni con Will Ferrell, ma che in altri casi si trasformano in feroci e sfrenate satire sul mondo e sulla società, come nel caso de La grande scommessa, Vice – L’uomo nell’ombra e della sua ultima fatica Don’t Look Up, disponibile dall’8 dicembre nelle sale italiane e su Netflix dal 24 dello stesso mese. Un progetto esaltato da un cast stellare, che comprende ben 5 premi Oscar (Leonardo DiCaprio, Jennifer Lawrence, Mark Rylance, Cate Blanchett e Meryl Streep) e altri formidabili interpreti del calibro di Timothée Chalamet, Jonah Hill, Ron Perlman, Rob Morgan e Tyler Perry.
Dopo la tragicomica ricostruzione della crisi finanziaria del 2007-2008 e l’inquietante ricostruzione della parabola politica di Dick Cheney, Adam McKay mette di nuovo al centro del mirino le istituzioni, che si trovano costrette ad affrontare l’imminente impatto della Terra con una cometa di circa 9 chilometri di diametro, capace di distruggere la vita su tutto il pianeta nel giro di pochi minuti. Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence, nei panni rispettivamente del professore di astronomia Randall Mirby e della sua studentessa Kate Dibiasky, sono i rappresentanti della scienza, impegnata a fornire ai governi e ai cittadini dati inoppugnabili con i quali prendere decisioni importanti e urgenti.
Dall’altra parte, la Presidente USA Janie Orlean (una trumpiana Meryl Streep), il suo arrogante figlio Jason (Jonah Hill), la presentatrice Brie Evantee (una sontuosa Cate Blanchett, pur sepolta da chili di trucco) e il guru della tecnologia Peter Isherwell (Mark Rylance in un bizzarro incrocio fra Steve Jobs, Mark Zuckerberg ed Elon Musk). Un manipolo di pericolosi incompetenti contro la più pericolosa minaccia globale. Cosa può andare storto?
Don’t Look Up: un tragicomico sguardo sul nostro prossimo futuro
Adam McKay è nato con la commedia, è stato forgiato come sceneggiatore dai suoi anni al Saturday Night Live e sa che attraverso la risata e un delicato equilibrio fra satira e grottesco si può ironizzare e fare riflettere su ogni cosa, come ci ha insegnato Stanley Kubrick col suo immortale Il dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba. Non stupisce quindi che questo regista statunitense, sempre più abile e tagliente, usi nuovamente il ridicolo e l’eccesso per mettere alla berlina tutte le categorie umane che ci circondano. In un curioso mix fra lo scenario di Idiocracy e la trama di Deep Impact, quasi tutti ne escono con le ossa rotte.
La rappresentazione più feroce è dedicata alle figure più potenti. Conosciamo quindi una politica più interessata alle elezioni di metà mandato che a un cataclisma mondiale, che non esita a sminuire la minaccia e a soffiare sull’ignoranza e sugli estremismi, lanciando un movimento che invita a non guardare in alto (da qui il titolo Don’t Look Up), in opposizione a chi implora di alzare lo sguardo per osservare con i propri occhi l’arrivo della cometa.
Immancabile poi la critica ai giganti della tecnologia, con il tycoon di Mark Rylance che riassume tutte le caratteristiche più sinistre dei giganti del tech, come l’impatto sulla nostra vita (la capacità degli algoritmi di prevedere i nostri futuri passi attraverso la piena conoscenza delle nostre attività), i collegamenti con la politica (Peter Isherwell è un finanziatore della campagna presidenziale di Janie Orlean) e il desiderio di impattare su ogni aspetto della nostra esistenza (l’app che propone buffi video di animali quando rileva ansia o malinconia).
Fra satira e parodia
In filigrana, emergono chiaramente i tre principali bersagli di Don’t Look Up: una classe politica cinica e totalmente priva di visione del futuro, coccolata dai colossi della finanza e della tecnologia; lo stato attuale dell’informazione sul Covid, con gli scienziati che a causa della pressione di negazionismi e riduzionisti faticano sempre di più a fare emergere la verità, e che anche quando ci riescono finiscono per essere inglobati dal sistema (si veda l’ascesa del personaggio di Leonardo DiCaprio nello star system e sui media, in una parabola che ricorda quella di tanti virologi negli ultimi mesi); infine, la minaccia mondiale che è costantemente sotto i nostri occhi, ben documentata dai ricercatori e nonostante ciò ignorata dalla stragrande maggioranza delle persone, cioè il cambiamento climatico, la vera cometa che si sta avvicinando alla Terra.
Muovendosi lungo queste direttrici, Adam McKay mette in scena una commedia spassosa e impertinente, che gioca con i cliché del cinema di fantascienza degli ultimi decenni (esilarante soprattutto il personaggio di Ron Perlman, vera e propria parodia dell’eroismo e della mascolinità sulla scia del Bruce Willis di Armageddon – Giudizio finale) e trova alcune notevoli intuizioni comiche in sceneggiatura, come le ripetute gag sugli snack fatti pagare alla Casa Bianca (vero e proprio trauma per il personaggio di Jennifer Lawrence) o la previsione dell’algoritmo sul futuro della Presidente Janie Orlean (sia al cinema che a casa, non alzatevi prima della fine dei titoli di coda!).
Il cast di Don’t Look Up
Con le sue precedenti opere, Adam McKay ci aveva presentato soluzioni originali e di forte impatto dal punto di vista registico, come la crisi dei mutui subprime spiegata da Margot Robbie dentro una vasca da bagno ne La grande scommessa o il racconto che ricomincia letteralmente da capo in Vice – L’uomo nell’ombra. Con Don’t Look Up, il regista dà vita a un’opera decisamente lineare, che abbraccia quasi sempre l’assurdo e che trova proprio nei momenti più drammatici i suoi pochi momenti di debolezza. È questo il caso del personaggio di Jennifer Lawrence, che duella in bravura con Leonardo DiCaprio per buona parte del racconto prendendo le parti della logica e della razionalità, per poi mostrare la corda nel momento in cui si cerca di attribuirle sfumature più cupe e malinconiche.
Lo stesso Leonardo DiCaprio sembra a tratti faticare a rendere il disagio di un uomo di scienza perso fra ricerca e inaspettata popolarità, nucleo familiare e avance di una Cate Blanchett che interpreta alla perfezione l’essenza della falsità e dell’arrivismo. Da attore di sconfinato talento e impareggiabile carisma, DiCaprio riesce però anche a rubare la scena a tutti i colleghi, con un’esplosione di ira e di sdegno che è già antologia della storia recedente del cinema e grazie a cui metterà con ogni probabilità un’ennesima nomination all’Oscar nel suo prestigioso curriculum.
Mentre il già citato Il dottor Stranamore teneva dritta la barra sulla satira e sull’assurdo, trovando paradossalmente l’essenza dei personaggi e del loro contesto, Adam McKay ritrae in più di un’occasione la mano, cercando una non necessaria sponda drammatica (come i troppi stacchi sulle reazioni della popolazione mondiale agli eventi) invece di puntare senza indugi sul suo meraviglioso ensemble, che funziona invece a meraviglia soprattutto quando si muove sopra le righe.
Don’t Look Up: un monito sul prossimo futuro
Don’t Look Up adempie comunque al proprio compito, lasciandoci più dubbi che certezze e più disagio che piacevolezza, nonostante le tante risate che regala. Questo perché, come evidenzia brillantemente il poster, l’opera di Adam McKay è basata su fatti realmente possibili e su scene squisitamente demenziali che sono molto meno improbabili di quanto crediamo. Fino a qualche anno fa, sarebbe stato difficile anche solo pensare a un Presidente degli Stati Uniti che invita a guardare in basso e a non credere agli allarmismi, a un’imminente catastrofe ignorata in favore del profitto e a un colosso tecnologico che dichiara esplicitamente di voler conoscere tutti i nostri pensieri per venderci la soluzione a bisogni che non sapevamo di avere.
Oggi sappiamo invece che tutto questo è realistico, se non addirittura probabile. Se c’è ancora la possibilità di salvarci dall’autodistruzione, la ricetta passa sicuramente da quello che ci mostra e ci suggerisce Don’t Look Up. Non ci resta quindi che smettere di dividerci in assurde fazioni, mettere da parte il trending topic del giorno e cominciare a costruire un futuro migliore. Senza mai smettere di guardare in alto.
Overall
Verdetto
Don’t Look Up è l’ennesimo gioiello esilarante e pungente della carriera di Adam McKay. Un cast stellare e in ottima forma mette in scena una storia talmente bizzarra e surreale da essere perfetta per la nostra confusa epoca. Un monito sul prossimo futuro da non sottovalutare e di cui fare tesoro.