Sotto il sole di Riccione Sotto il sole di Riccione

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Sotto il sole di Riccione: recensione del film Netflix

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Dopo Summertime, Curon e la quarta stagione di Skam Italia, continua il rapporto fra Netflix e l’Italia in un contesto adolescenziale con Sotto il sole di Riccione, commedia scritta da Enrico Vanzina, Caterina Salvadori e Ciro Zecca e diretta dagli YouNuts!, alla loro prima regia cinematografica. Un’opera che sfrutta la location della Riviera romagnola e la florida tradizione del filone vacanziero nostrano per mettere in scena una leggera e spensierata commedia estiva, che pur non brillando in termini di originalità riesce ad adempiere al proprio compito di puro intrattenimento per un pubblico giovane o giovanissimo.

In un cast composto prevalentemente da promettenti giovani attori italiani (Lorenzo Zurzolo, Saul Nanni, Ludovica Martino, Davide Calgaro e Fotinì Peluso su tutti), spiccano anche alcuni interpreti più maturi, come Andrea Roncato, Isabella Ferrari (in una sorta di omaggio alla sua indimenticabile Selvaggia di Sapore di mare), Cristiano Caccamo e Tommaso Paradiso, autore di un breve cameo nei panni di se stesso, nonché delle musiche di Sotto il sole di Riccione.

Un’estate in Riviera
Sotto il sole di Riccione

Sulla spiaggia di Riccione si intrecciano le vite e i sentimenti di un gruppo di ragazzi, in bilico fra le prime difficili scelte della vita, le proprie cotte e l’irreprimibile desiderio di passare un’estate da sogno, all’insegna del divertimento più sfrenato. C’è il non vedente Vincenzo (Lorenzo Zurzolo), alle prese con le prime pulsioni amorose con l’aiuto di Furio (Davide Calgaro), ma anche l’incerta Camilla (Ludovica Martino), impegnata in una storia logora come Guenda (Fotinì Peluso). Completa il quadro Ciro (Cristiano Caccamo), arrivato a Riccione con sogni di gloria ma costretto a ripiegare su un più umile impiego come bagnino, in dubbio fra un amore a distanza e le tentazioni della spiaggia.

Allo stesso tempo, anche gli adulti scoprono o riscoprono l’amore: è questo il caso dell’apprensiva madre Irene (Isabella Ferrari), che trova il coraggio di rimettersi in gioco, non senza difficoltà, col buttafuori Lucio (Luca Ward), ma anche di Gualtiero (Andrea Roncato), ex playboy in pensione che nonostante la scorza da sciupafemmine riporta a galla, grazie a Tommy (Matteo Oscar Giuggioli) e Marco (Saul Nanni), sentimenti repressi da molti anni. Fra tradimenti e dichiarazioni romantiche, amori finiti e altri germogliati, l’estate si conferma la stagione in cui le emozioni e le esperienze nascono e si sviluppano nei modi più inaspettati.

Sotto il sole di Riccione: l’influenza di Sapore di mare

Sotto il sole di Riccione

Presentato dalla stessa produzione come una sorta di seguito spirituale del già citato Sapore di mare, Sotto il sole di Riccione condivide con il capolavoro di Carlo Vanzina la presenza di Isabella Ferrari, qui apprensiva e appassionata madre di un ragazzo non vedente, la voglia di rappresentare lo stato d’animo estivo di giovani e meno giovani e la capacità di dare vita a un racconto corale dalle sottotrame semplici ma interconnesse. Le similitudini fra le due opere in realtà non vanno molto oltre, dal momento che il lavoro di Vanzina, esaltato da validi comici come Jerry Calà, Christian De Sica e Guido Nicheli, da una regina del cinema italiano come Virna Lisi e da una serie interminabile di efficaci comprimari, era imperniato sulla nostalgia per gli anni ’60, visti dagli anni ’80, e su una colonna sonora composta da intramontabili brani della nostra musica leggera.

Sotto il sole di Riccione è invece un’opera che ha protagonisti mediamente più giovani, fortemente ancorata alla contemporaneità e indissolubilmente legata a Tommaso Paradiso, con i suoi tormentoni estivi a fare da collante alle fasi più salienti del racconto. Gli YouNuts! convincono sia per la loro regia pulita e dinamica, chiaramente influenzata dalla loro esperienza sui videoclip, sia per la capacità di sfruttare per fini narrativi i modi di dire e di comunicare dei più giovani. Le chat si intersecano nel racconto in maniera sorprendentemente naturale, anche rispetto ad altre produzioni originali Netflix, e gli amati/odiati messaggi vocali si trasformano addirittura in toccante modo di esprimere i propri sentimenti per il personaggio del sempre più bravo Lorenzo Zurzolo.

I difetti di Sotto il sole di Riccione

Sotto il sole di Riccione

Quando poi una storia Instagram supera in termini di velocità ed efficacia quella che nel cinema di qualche decennio fa sarebbe stata una disperata corsa verso la stazione, si ha la chiara sensazione che Sotto il sole di Riccione sia in grado non soltanto a parlare con semplicità e sincerità al suo giovanissimo pubblico di riferimento, ma che lo faccia anche riuscendo a svecchiare e adattare al presente delle dinamiche che costituiscono l’ossatura di un preciso filone del nostro cinema. Dal titolo in stile musicarello, che riprende esplicitamente un passaggio di Riccione dei Thegiornalisti, alla volontà di strizzare l’occhio alle difficoltà dei ragazzi di oggi, passando per la precisa scelta di adottare il registro della commedia popolare e leggera, sono diversi gli elementi che accomunano Sotto il sole di Riccione a molto cinema del nostro passato. E non è detto che questa strategia sia un male.

Anche se questa opera prima degli YouNuts! è decisamente confortante, soprattutto nell’ottica della valorizzazione di storie fatte da giovani per giovani, veicolate dallo streaming, non è esente da difetti. Pur mettendo da parte l’abisso musicale che separa Sotto il sole di Riccione dai suoi modelli (Sapore di mare poteva giocarsi nei momenti topici Una carezza in un pugno, Una lacrima sul viso e Celeste nostalgia, qui ci si deve accontentare di Completamente), non tutto funziona a dovere dal punto di vista narrativo. Alcuni personaggi sono solamente abbozzati e fatichiamo a comprendere le loro motivazioni (in primis quello della pur brava Giulia Schiavo) e nell’affastellamento di storie qualcosa si perde per strada (la storyline che coinvolge Luca Ward e Isabella Ferrari), fino a giungere a un finale decisamente abborracciato. In generale, mancano le battute fulminanti, anche quelle più volgari, che hanno fatto la fortuna della commedia vacanziera anni ’80 e ’90.

Sotto il sole di Riccione: un esempio per le produzioni italiane Netflix del futuro?

I difetti sopraelencati non pregiudicano però il giudizio positivo su un prodotto che nella sua semplicità riesce a coinvolgere e intrattenere, senza vistose cadute di stile. La convinzione con cui Netflix sta puntando sul pubblico degli adolescenti, in Italia e all’estero, e i diversi punti lasciati in sospeso ci portano a pensare che Sotto il sole di Riccione possa essere il primo capitolo di una serie di film ambientati in Riviera, con un gruppo più o meno stabile di personaggi e interpreti. E in un mondo dell’intrattenimento fiaccato dalla pandemia e dai suoi strascichi, questo potrebbe essere un valido esempio di ripartenza delle nostre produzioni, promozione delle località turistiche nostrane e valorizzazione dei giovani talenti italiani. Niente male, no?

Overall
6.5/10

Verdetto

Nonostante qualche problema nella gestione dei tanti personaggi e delle varie sottotrame, Sotto il sole di Riccione adempie al suo compito di intrattenimento per un pubblico di giovanissimi, raccontando con spensieratezza e semplicità gli adolescenti di oggi.

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Netflix: tutte le nuove uscite che vedremo a febbraio 2022

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Anche a febbraio, Netflix ha in serbo tante novità per i propri abbonati, a cominciare dal ritorno di due serie particolarmente amate come Disincanto e Space Force. Non mancano i film originali, come Dalla mia finestra, Il mese degli deiAmore e guinzagli. Spazio come sempre anche a documentari e reality show, come Il truffatore di Tinder e L’amore è cieco. Di seguito, l’elenco completo di quello che vedremo il prossimo mese su Netflix.

Cosa vedremo su Netflix a febbraio 2022

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1 febbraio

  • Dion (serie originale, stagione 2)
  • Finding Ola (serie originale, stagione 1)
  • John Wick (film non originale)
  • Riverdale (serie non originale, stagione 5)
  • Conan il ragazzo del futuro (serie non originale, stagione 1)

2 febbraio

  • Oscuro desiderio (serie originale, stagione 2)
  • Me Contro Te – Il Film – La Vendetta del Sig. S (film non originale)
  • Il truffatore di Tinder (documentario originale)

3 febbraio

  • Murderville (serie originale, stagione 1)

4 febbraio

  • Dalla mia finestra (film originale)
  • Il colore delle magnolie (serie originale, stagione 2)

6 febbraio

  • Brooklyn 99 (serie non originale, stagione 7)

8 febbraio

  • Il mese degli dei (film originale)
  • Ms. Pat: Y’All Wanna Hear Something Crazy? (stand-up comedy originale)
  • L’amore è cieco: Giappone (reality show originale)

9 febbraio

  • Disincanto (serie originale, stagione 4)
  • Idee da vendere (reality show originale, stagione 1)

11 febbraio

  • Amore e guinzagli (film originale)
  • Tallgirl 2 (film originale)
  • Bigbug (film originale)
  • Jeen-Yuhs: A Kanye Trilogy (film originale)
  • Love Tactics (film originale)
  • Inventing Anna (serie originale, stagione 1)
  • Toy Boy (serie originale, stagione 2)
  • L’amore è cieco (reality show originale, stagione 2)

14 febbraio

  • Fedeltà (serie originale, stagione 1)

16 febbraio

  • Secrets of Summer (Cielo Grande) (serie originale, stagione 1)

17 febbraio

  • Perdonaci i nostri peccati (film originale)
  • Erax (film originale)
  • Heart Shot – Dritto al cuore (film originale)
  • Il giovane Wallander (serie originale, stagione 2)
  • Al passo con i Kardashians (reality show non originale, stagione 17)

18 febbraio

  • Non aprite quella porta (film originale)
  • La serie di Cuphead! (serie originale, stagione 1)
  • Space Force (serie originale, stagione 2)
  • Uno di noi sta mentendo (serie originale, stagione 1)
  • Downfall: Il caso Boeing (documentario originale)

19 febbraio

22 febbraio

  • Bubba Wallace: in gara contro ogni limite (serie originale, stagione 1)

25 febbraio

  • Vikings: Valhalla (serie originale, stagione 1)
  • La giudice (serie originale, stagione 1)
  • Madea: Il ritorno (film non originale)
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Focus

Netflix: tutte le nuove uscite che vedremo a gennaio 2022

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Netflix inaugura il 2022 con il ritorno di tre serie particolarmente amate dal pubblico, cioè Ozark (quarta stagione), After Life e Snowpiercer (entrambe al terzo ciclo di episodi). Fra i reality, spazio alla terza stagione di Too Hot to Handle, mentre fra i film originali in arrivo sulla piattaforma spicca il dramma storico Monaco: sull’orlo della guerra. Di seguito, l’elenco completo di quello che vedremo a gennaio su Netflix.

Tutto ciò che vedremo a gennaio 2022 su Netflix

After Life

1 gennaio

  • Incastrati (serie originale, stagione 1)
  • Manifest (serie non originale, stagioni 1-3)
  • The Big Bang Theory (serie non originale, stagione 12)
  • The Good Doctor (serie non originale, stagione 4)
  • Sicario (film non originale)
  • Operazione amore (serie non originale, stagione 3)
  • Superstore (serie non originale, stagione 6)
  • Nessuno come noi (film non originale)
  • Love etc. (film non originale)
  • Passengers – Mistero ad alta quota (film non originale)
  • Percy (film non originale)
  • The Reader – A voce alta (film non originale)
  • Orders to Kill (film non originale)
  • Restless Natives (film non originale)
  • The Conquest of Everest (film non originale)
  • The Cruel Sea (film non originale)
  • Le Diable Par La Queue (film non originale)
  • Convoy (film non originale)
  • Intruder (film non originale)
  • The Iron Maiden (film non originale)
  • Così come sei (film non originale)
  • Amici come prima (film non originale)
  • Se son rose… (film non originale)
  • S.W.A.T.: Sotto assedio (film non originale)
  • Ti presento Sofia (film non originale)
  • 12 Soldier (film non originale)

2 gennaio

  • For Life (serie non originale, stagione 1)

3 gennaio

  • Bad Boys for Life (film non originale)

4 gennaio

  • Action Pack – Squadra in azione (serie animata originale, stagione 1)

5 gennaio

6 gennaio

  • The Club (serie originale, stagione 1 parte 2)
  • El Paramo – terrore invisibile (film originale)
  • Uncle Drew (film non originale)

7 gennaio

  • Mother/Android (film originale)
  • Una festa esagerata (film non originale)
  • Puoi baciare lo sposo (film non originale)
  • Classe Z (film non originale)
  • Hype House (serie non originale, stagione 1)

10 gennaio

  • Undercover (serie originale, stagione 3)
  • I magnifici sette (film non originale)

11 gennaio

  • L’origine du monde (film originale)

12 gennaio

  • How I Fell in Love With a Gangster (film originale)

13 gennaio

  • The Journalist (serie originale, stagione 1)
  • Brazen (film originale)
  • Photocopier (film originale)

14 gennaio

  • After Life (serie originale, stagione 3)
  • Archive 81 – Universi alternativi (serie originale, stagione 1)
  • The House (serie animata originale, stagione 1)
  • Riverdance – L’avventura animata (film originale)
  • El comediante (film originale)

18 gennaio

  • DOTA: Dragon’s Blood: Book (serie anime originale, stagione 2)

19 gennaio

  • Too Hot to Handle (reality originale, stagione 3)
  • Viaggi prelibati: Messico (docuserie originale, stagione 1)

20 gennaio

  • Il trattamento reale (film originale)
  • Midnight Asia: Mangia · Balla · Sogna (docuserie originale, stagione 1)

21 gennaio

  • Ozark (serie originale, stagione 4)
  • Monaco: sull’orlo della guerra (film originale)

25 gennaio

  • Snowpiercer (serie originale, stagione 3)
  • Neymar – Il caso perfetto (miniserie originale)

27 gennaio

  • Soy Georgina (serie originale, stagione 1)

28 gennaio

  • Getting Curious with Jonathan Van Ness (serie originale, stagione 1)
  • La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra (serie originale, stagione 1)
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Don’t Look Up: recensione del film con Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence

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Don't Look Up

Il cinema di Adam McKay è incentrato sui mediocri. Dei mediocri che a volte diventano pretesti per racconti demenziali, come il suo esordio Anchorman – La leggenda di Ron Burgundy e le successive collaborazioni con Will Ferrell, ma che in altri casi si trasformano in feroci e sfrenate satire sul mondo e sulla società, come nel caso de La grande scommessaVice – L’uomo nell’ombra e della sua ultima fatica Don’t Look Up, disponibile dall’8 dicembre nelle sale italiane e su Netflix dal 24 dello stesso mese. Un progetto esaltato da un cast stellare, che comprende ben 5 premi Oscar (Leonardo DiCaprioJennifer Lawrence, Mark Rylance, Cate BlanchettMeryl Streep) e altri formidabili interpreti del calibro di Timothée Chalamet, Jonah Hill, Ron Perlman, Rob Morgan e Tyler Perry.

Dopo la tragicomica ricostruzione della crisi finanziaria del 2007-2008 e l’inquietante ricostruzione della parabola politica di Dick Cheney, Adam McKay mette di nuovo al centro del mirino le istituzioni, che si trovano costrette ad affrontare l’imminente impatto della Terra con una cometa di circa 9 chilometri di diametro, capace di distruggere la vita su tutto il pianeta nel giro di pochi minuti. Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence, nei panni rispettivamente del professore di astronomia Randall Mirby e della sua studentessa Kate Dibiasky, sono i rappresentanti della scienza, impegnata a fornire ai governi e ai cittadini dati inoppugnabili con i quali prendere decisioni importanti e urgenti.

Dall’altra parte, la Presidente USA Janie Orlean (una trumpiana Meryl Streep), il suo arrogante figlio Jason (Jonah Hill), la presentatrice Brie Evantee (una sontuosa Cate Blanchett, pur sepolta da chili di trucco) e il guru della tecnologia Peter Isherwell (Mark Rylance in un bizzarro incrocio fra Steve Jobs, Mark Zuckerberg ed Elon Musk). Un manipolo di pericolosi incompetenti contro la più pericolosa minaccia globale. Cosa può andare storto?

Don’t Look Up: un tragicomico sguardo sul nostro prossimo futuro

Don't Look Up

Cr. NIKO TAVERNISE/NETFLIX © 2021

Adam McKay è nato con la commedia, è stato forgiato come sceneggiatore dai suoi anni al Saturday Night Live e sa che attraverso la risata e un delicato equilibrio fra satira e grottesco si può ironizzare e fare riflettere su ogni cosa, come ci ha insegnato Stanley Kubrick col suo immortale Il dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba. Non stupisce quindi che questo regista statunitense, sempre più abile e tagliente, usi nuovamente il ridicolo e l’eccesso per mettere alla berlina tutte le categorie umane che ci circondano. In un curioso mix fra lo scenario di Idiocracy e la trama di Deep Impact, quasi tutti ne escono con le ossa rotte.

La rappresentazione più feroce è dedicata alle figure più potenti. Conosciamo quindi una politica più interessata alle elezioni di metà mandato che a un cataclisma mondiale, che non esita a sminuire la minaccia e a soffiare sull’ignoranza e sugli estremismi, lanciando un movimento che invita a non guardare in alto (da qui il titolo Don’t Look Up), in opposizione a chi implora di alzare lo sguardo per osservare con i propri occhi l’arrivo della cometa.

Immancabile poi la critica ai giganti della tecnologia, con il tycoon di Mark Rylance che riassume tutte le caratteristiche più sinistre dei giganti del tech, come l’impatto sulla nostra vita (la capacità degli algoritmi di prevedere i nostri futuri passi attraverso la piena conoscenza delle nostre attività), i collegamenti con la politica (Peter Isherwell è un finanziatore della campagna presidenziale di Janie Orlean) e il desiderio di impattare su ogni aspetto della nostra esistenza (l’app che propone buffi video di animali quando rileva ansia o malinconia).

Fra satira e parodia

Don't Look Up

Cr. NIKO TAVERNISE/NETFLIX © 2021

In filigrana, emergono chiaramente i tre principali bersagli di Don’t Look Up: una classe politica cinica e totalmente priva di visione del futuro, coccolata dai colossi della finanza e della tecnologia; lo stato attuale dell’informazione sul Covid, con gli scienziati che a causa della pressione di negazionismi e riduzionisti faticano sempre di più a fare emergere la verità, e che anche quando ci riescono finiscono per essere inglobati dal sistema (si veda l’ascesa del personaggio di Leonardo DiCaprio nello star system e sui media, in una parabola che ricorda quella di tanti virologi negli ultimi mesi); infine, la minaccia mondiale che è costantemente sotto i nostri occhi, ben documentata dai ricercatori e nonostante ciò ignorata dalla stragrande maggioranza delle persone, cioè il cambiamento climatico, la vera cometa che si sta avvicinando alla Terra.

Muovendosi lungo queste direttrici, Adam McKay mette in scena una commedia spassosa e impertinente, che gioca con i cliché del cinema di fantascienza degli ultimi decenni (esilarante soprattutto il personaggio di Ron Perlman, vera e propria parodia dell’eroismo e della mascolinità sulla scia del Bruce Willis di Armageddon – Giudizio finale) e trova alcune notevoli intuizioni comiche in sceneggiatura, come le ripetute gag sugli snack fatti pagare alla Casa Bianca (vero e proprio trauma per il personaggio di Jennifer Lawrence) o la previsione dell’algoritmo sul futuro della Presidente Janie Orlean (sia al cinema che a casa, non alzatevi prima della fine dei titoli di coda!).

Il cast di Don’t Look Up

Don't Look Up

Cr. NIKO TAVERNISE/NETFLIX © 2021

Con le sue precedenti opere, Adam McKay ci aveva presentato soluzioni originali e di forte impatto dal punto di vista registico, come la crisi dei mutui subprime spiegata da Margot Robbie dentro una vasca da bagno ne La grande scommessa o il racconto che ricomincia letteralmente da capo in Vice – L’uomo nell’ombra. Con Don’t Look Up, il regista dà vita a un’opera decisamente lineare, che abbraccia quasi sempre l’assurdo e che trova proprio nei momenti più drammatici i suoi pochi momenti di debolezza. È questo il caso del personaggio di Jennifer Lawrence, che duella in bravura con Leonardo DiCaprio per buona parte del racconto prendendo le parti della logica e della razionalità, per poi mostrare la corda nel momento in cui si cerca di attribuirle sfumature più cupe e malinconiche.

Lo stesso Leonardo DiCaprio sembra a tratti faticare a rendere il disagio di un uomo di scienza perso fra ricerca e inaspettata popolarità, nucleo familiare e avance di una Cate Blanchett che interpreta alla perfezione l’essenza della falsità e dell’arrivismo. Da attore di sconfinato talento e impareggiabile carisma, DiCaprio riesce però anche a rubare la scena a tutti i colleghi, con un’esplosione di ira e di sdegno che è già antologia della storia recedente del cinema e grazie a cui metterà con ogni probabilità un’ennesima nomination all’Oscar nel suo prestigioso curriculum.

Mentre il già citato Il dottor Stranamore teneva dritta la barra sulla satira e sull’assurdo, trovando paradossalmente l’essenza dei personaggi e del loro contesto, Adam McKay ritrae in più di un’occasione la mano, cercando una non necessaria sponda drammatica (come i troppi stacchi sulle reazioni della popolazione mondiale agli eventi) invece di puntare senza indugi sul suo meraviglioso ensemble, che funziona invece a meraviglia soprattutto quando si muove sopra le righe.

Don’t Look Up: un monito sul prossimo futuro

Cr. NIKO TAVERNISE/NETFLIX © 2021

Don’t Look Up adempie comunque al proprio compito, lasciandoci più dubbi che certezze e più disagio che piacevolezza, nonostante le tante risate che regala. Questo perché, come evidenzia brillantemente il poster, l’opera di Adam McKay è basata su fatti realmente possibili e su scene squisitamente demenziali che sono molto meno improbabili di quanto crediamo. Fino a qualche anno fa, sarebbe stato difficile anche solo pensare a un Presidente degli Stati Uniti che invita a guardare in basso e a non credere agli allarmismi, a un’imminente catastrofe ignorata in favore del profitto e a un colosso tecnologico che dichiara esplicitamente di voler conoscere tutti i nostri pensieri per venderci la soluzione a bisogni che non sapevamo di avere.

Oggi sappiamo invece che tutto questo è realistico, se non addirittura probabile. Se c’è ancora la possibilità di salvarci dall’autodistruzione, la ricetta passa sicuramente da quello che ci mostra e ci suggerisce Don’t Look Up. Non ci resta quindi che smettere di dividerci in assurde fazioni, mettere da parte il trending topic del giorno e cominciare a costruire un futuro migliore. Senza mai smettere di guardare in alto.

Overall
8/10

Verdetto

Don’t Look Up è l’ennesimo gioiello esilarante e pungente della carriera di Adam McKay. Un cast stellare e in ottima forma mette in scena una storia talmente bizzarra e surreale da essere perfetta per la nostra confusa epoca. Un monito sul prossimo futuro da non sottovalutare e di cui fare tesoro.

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